Debito buono: secondo Francesco Giavazzi

Per il debito buonoDebito buono Un debito è una somma di danaro o un bene che un soggetto (il debitore) si impegna a restituire entro un certo periodo di tempo a certe condizioni a chi le ha prestate (creditore). ci vuole coraggio e volontà politica.

COMUNICATO STAMPA. Vent’anni fa falliva il progetto di una Costituzione Europea proposto dalla Convenzione presieduta da Valéry Giscard d’Estaing e Giuliano Amato, travolto dal voto contrario degli elettori francesi e olandesi.

Era stato commesso un grave errore: la Convenzione aveva lavorato per quasi due anni ascoltando i rappresentanti dei paesi membri e delle istituzioni europee e aveva prodotto un testo molto ambizioso. Ma non aveva mai chiesto il parere dei cittadini, pensando che – posti di fronte a quell’ottimo testo – i cittadini non avrebbero avuto il coraggio di rifiutarlo. E invece lo bocciarono.

Oggi l’Europa si trova in una situazione per molti versi simile. Spinta dalle parole di Greta Thunberg e di tanti giovani ovunque in Europa, la Commissione europea si è giustamente convinta che arrestare il surriscaldamento del pianeta sia una scelta inevitabile. Non si è chiesta però quanto costi, né quanti posti di lavoro potrebbero essere persi nella transizione di qui al net zeroInsomma, stiamo facendo un errore simile a vent’anni fa: un salto in avanti che rischia di essere fermato dai cittadini.

Già lo si è visto nelle elezioni olandesi, nelle proteste degli agricoltori di ogni paese europeo, e ora anche nelle istituzioni: il Parlamento europeo ha deciso a novembre di posticipare la data prevista per il raggiungimento del net zero e la presidente von der Leyen ha ammesso che forse il progetto di transizione verde dovrà essere ripensato. Ma possiamo permetterci di tradire l’impegno di lasciare ai nostri nipoti un pianeta vivibile?

L’Europa pare in un cul de sac. Se persegue le sue ambizioni, quelle verdi in primo luogo, verrà con ogni probabilità fermata dai cittadini. Se vi rinuncia, passerà alla storia come la classe politica che ha accettato la fine del continente.

Lo stesso ragionamento si può fare per la difesa: se la difesa europea non fa un salto – e può farlo solo rinunciando alle ambizioni nazionali e creando una difesa comune – rischia di essere sopraffatta dall’esterno. Da Putin o dal terrorismo islamico. Ma un esercito europeo comune difficilmente oggi sarebbe accettato dai cittadini. E invece non c’è forse mai stato un momento in cui l’Europa si sia trovata tanto vicina a poter compiere scelte storiche, e a far si che siano accettate dai cittadini. E questa la ragione per cui le elezioni che si svolgeranno nel prossimo giugno sono tanto importanti.

Vent’anni fa la Convenzione propose ai cittadini un trattato ambizioso senza spiegare loro che cosa ne avrebbero guadagnato. E questi – o almeno una loro maggioranza, nei paesi in cui il trattato fu sottoposto a referendum – senza vederci alcun beneficio evidente, lo bocciarono. Lo stesso, come abbiamo visto, sta accadendo al progetto di transizione verde. Molti cittadini, soprattutto i più lungimiranti, quelli che più hanno a cuore il futuro del loro nipoti, si rendono conto che essa è necessaria. Ma la maggioranza vede che i costi che essa imporrebbe ricadrebbero tutti su di loro. Sugli adulti di oggi, quelli che oggi votano.

In altre parole, il problema è che i benefici andranno tutti alle generazioni future, mentre i costi verranno sopportati dalla generazione cui appartengono gli elettori di oggi.

Non è sorprendente che l’atteggiamento verso la transizione verde stia rapidamente cambiando. C’è un modo per allineare costi e benefici, o almeno per evitare che la generazione che oggi vota abbia solo da pagare dei costi, e i benefici vadano solo a chi oggi non è ancora nato?

È un caso in cui l’emissione di debito «buono» può riallineare costi e benefici. Si emette oggi debito pubblico per compensare chi rischia di perdere il lavoro, ad esempio perché lavora in un settore come la componentistica per auto, che scomparirà per far posto alle auto elettriche. Con quel debito si finanziano sussidi di disoccupazione e attività di riqualificazione dei lavoratori. Ciò che è accaduto (almeno per quanto riguarda i sussidi) con il fondo SURE varato dalla Commissione europea per proteggere i lavoratori che avevano perso il posto durante la pandemia. Così si compensano gli elettori di oggi. Quelli di domani dovranno ripagare il debito oggi emesso, ma allo stesso tempo godranno i benefici di un ambiente vivibile e, nel caso della difesa, di un continente libero.

È però uno scambio che nessun paese membro dell’UE, da solo, può organizzare perché i singoli paesi, anche la Germania, sono troppo piccoli per collocare sul mercato la massa di titoli pubblici che si dovrebbero emettere. La soluzione è emettere debito europeo comune, come si è fatto per Next Generation EU, cioè titoli emessi dall’UE ma garantiti in solido da tutti i paesi membri. Lo hanno appena fatto gli Stati Uniti, un paese la cui popolazione è inferiore a quella dell’UE: 330 milioni di cittadini contro i nostri 450. L’Inflation Reduction Act (IRA) del presidente Biden vale un trilione di dollari, una volta e mezza I’investimento previsto dal programma europeo Next Generation EU (NGEU).
Un IRA europeo dovrebbe valere come almeno due NGEU.

Dal punto di vista dei mercati sono dimensioni possibili: i risparmiatori di tutti i paesi ricchi abbastanza da riuscire a risparmiare sono costantemente alla ricerca di titoli sicuri, e alla fine investono in Europa o negli Stati Uniti. Quello che manca è la volontà politica di emettere tanto debito comune. Debito che non necessariamente dovrà essere ripagato: se i tassi di interesse rimarranno relativamente bassi e la crescita dell’economia europea rimarrà un po’ più alta del costo del denaro (come è stata con rare eccezioni dal dopoguerra a oggi) quel debito «si ripagherà da solo». Perché ciò che conta non è il valore del debito in sé, ma il rapporto fra il debito e il pil europeo: se questo cresce più rapidamente del debito (la cui crescita è determinata dal tasso di interesse) il rapporto debito-pil tende naturalmente a ridursi nel tempo.

Ciò che manca è solo la volontà politica, quella che ha convinto l’Europa a varare il NGEU nel mezzo della pandemia. Questa è la domanda che i cittadini che all’inizio di giugno eleggeranno il nuovo Parlamento, soprattutto i più giovani, coloro che voteranno per la prima volta, devono porre a partiti e candidati.

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LAVORA DA CASA ANCHE SE NON L’HAI MAI FATTO!

In realtà, confuse dalle feste di carnevale, abbiamo avuto il sospetto che la convivenza in casa nelle solite 8 ore di lavoro/scuola sarebbe stata prolungata. Penserai tanto io sono freelance posso cavarmela, lo spero per te ma io, già organizzata da remoto, sto riscontrando difficoltà nella gestione del mio tempo lavoro e privato. Se conosci il segreto ti prego di condividerlo con me!Inoltre le nostre professioni fanno riferimento a figure professionali impiegate in uffici nostri clienti. Da oggi anche loro saranno destinati allo smart working pertanto A CASA…e se non riuscissero a cambiare quella modalità lavorativa? Sai chi ne pagherebbe le conseguenze? TU che di flessibilità, gestione autonoma per obiettivi e “problem solving” li mangi a colazione.

Ecco la mia strategia!

  • Conquista un angolo della casa, possibilmente separato da quella personale (che sia una stanza o una scrivania). Non pensare di sistemarti in cucina che mentre prepari stai al computer: CONCETRAZIONE!
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  • Fai delle pause come in ufficio prendi un caffè e pranza, alzati per sgranchirti le gambe o per stendere quella lavatrice. Scambia due parole con chi dividi la casa. Ai tuoi figli conforterà sapere che non li privi del tuo amore per colpa del lavoro.
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  • Fissa i tempi. Di solito per ogni attività, onde evitare stress, dovresti occupare non più di 25 minuti e se ne hai troppe scrivi un piano organizzativo. Per gli interventi di meno tempo, ti consiglio di farli subito.
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RESTA A CASA MA NON DA SOLO: CON LA TECNOLOGIA PUOI!

Social paranoia privacy

La privacy non esiste nei social.

I suggerimenti di Google per proteggere il tuo account o i suggerimenti di Facebook sono solo dettagli rispetto alla condivisione sconsiderata di cui le piattaforme non sono responsabili. Se pubblichi foto in bikini, la facciotta buffa del tuo bambino o il selfie in bagno non credere nella tutela e nel buon senso. Le critiche arrivano nei commenti come una valanga, prendendo di mira aspetti che non immagineresti. Certo puoi segnalare commenti non appropriati, ma la tua autostima? In alcuni casi si é costretti a sospendere il profilo e crearne un altro: ma allora perché non stare attenti prima! Giochiamo con le regole del social, impostiamo la privacy e evitiamo foto imbarazzanti se non siamo di corteccia dura. Non condividete foto dei bimbi delle vostre amiche e né taggate chi non conoscete. Evitate pose da modelli con testi poetici é al quanto imbarazzante far vedere le chiappe e parlare del senso della vita! Date voi stessi un etichetta: come vi rivolgete ai follower e amici, bloccate subito i toni permalosi e insensati. Questo é il potere dei social che nella vita reale si fa un pò fatica: bloccare chi non vi piace per motivi personali fuori da ogni giudizio. Vuoi conoscere le impostazioni della privacy del tuo social più usato. Scrivimi in what’s app e inizieremo da lì

Il Web marketing non è una lista della spesa

Consigli utili per chi chiede preventivi.

Al solito si confermano i profili Facebook, Instagram e raramente si cura Linkedin. Si conteggiano i post e una pianificazione editoriale viene data per scontata: il planning, la moderazione, le storie, gli aggiornamenti pagina sono tutte funzioni che valgono quanto, e ma anche di più, di un post. Se chiedete un preventivo e non trovate la voce di pianificazione e analisi io rifletterei prima di accettare! In fondo se andate dal meccanico la sua diagnosi é in conto…
Vuoi qualche consiglio di come pianificare in autonomia la tua comunicazione online?

Instagram: stories e contenuti in evidenza

QUANTO SONO UTILI PER IL TUO BUSINESS!

Il profilo personale Instagram é parte della nuova strategia di comunicazione. Avrai la libertà di raccontarti, aggiungendo alla professionalità definita dal sito, la personalizzazione!
Instagram é il social giusto per il tuo piccolo business!
Oggi ha tante funzionalità:
– le storie con scadenza 24 ore e molto seguite,
– contenuti in evidenza di cui parleremo.
Avrai notato alcuni profili con delle icone tonde: di cosa si tratta?
Nascono per mettere in evidenza delle stories che altrimenti andrebbero cancellate. Per il tuo business usa la nuova feature conosciuta solo dai brand e influencer.
Puoi creare delle icone e rinviarle a pagine del sito oppure creare un menù social. Meglio ancora uno insta_shop direttamente linkato all’ecommerce! Sai bene che nei post non é possibile inserire collegamenti, perché é una insta_tattica per investire nelle sponsorizzazioni.
Se ne vuoi sapere di più sulle nuove funzionalità Instagram e come puoi usarlo al meglio anche per il tuo business con strumenti che già conosci per te stesso!…Scrivimi in What’sapp e ne faremo una storia!

In 10 punti come capire che il Social media fa per te!

Quando incontri un potenziale social media potresti evitare di guardarlo con diffidenza. Si può capire subito se é in linea con la tua attività e gli obiettivi che vuoi raggiungere IN UN UNICO INCONTRO.
➀Sii chiaro e coinciso: spiega cosa vuoi ottenere dai social, dal blog e dalle sponsorizzazioni. Se tu hai le idee chiare il consulente utilizzerà le strategie pertinenti.
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➂Sceglie per te un numero minimo di social, quelli veramente efficaci per il tuo progetto.
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➇Il suo preventivo é dettagliato nei costi per ogni attività.
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Quanto costa un Social media manager?

La nuova leggenda d’internet! I vari professionisti del settore, posizionati con Google grazie ai loro accurati blog, spiegano come si quantifica la creazione di un post, un calendario personalizzato delle pubblicazioni, la strategia social e ricerche e analisi che il cliente neanche ammette l’esistenza. Qualsiasi cifra sarebbe troppo. Nell’operatività prevista non si riconoscono competenze e tanto meno efficacia da non poter garantire neanche un posto a sedere nella loro sede. Allora la vita del Social Media Manager si complica: abbiamo gli strumenti e il piano editoriale e possiamo parlarne.
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Non ci crederai il messenger più conosciuto al mondo non serve solo per mantenere relazioni: ma é da tempo uno strumento efficace di comunicazione potrebbe sostituire il sms/email marketing.
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♥Quando il social chat si attiverà per i sondaggi (pensa quando in un gruppo decidete di uscire e vi accordate su orario e giorno!) potrai monitorare i gusti, le tendenze e la qualità dei tuoi servizi. Al momento ci resta il dark mode!
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